La Statale e la Memoria fra scrittura e conservazione
Giornata della Memoria 2025
Per la Giornata della Memoria 2025, l’Università Statale apre una riflessione sul passato e sulla costruzione di un futuro consapevole: Marco Cuzzi presenta il volume “Razzismo in cattedra” di Emanuele Edallo, Eduardo Gianfrancesco “Le radici del male. Antisemitismo e Costituzione” di Nannerel Fiano, Giuseppe Polimeni “Domani mattina. La memoria nelle parole dei lager nazisti” di Leonardo Zanchi. Paolo Rusconi e Roberta Cesana illustrano l’Archivio “Aldo Carpi e Maria Arpesani” del Centro Apice.
PROGRAMMA. Apre l’incontro Marilisa D’Amico, prorettrice alla Terza Missione e alle Pari Opportunità, con Laura Neri, docente di Critica letteraria e Letterature comparate e direttrice del dipartimento di Studi Letterari, Filologici e Linguistici della Statale, e Andrea Gamberini, docente di Storia medievale e direttore del dipartimento di Studi storici della Statale.
Il primo volume, “Razzismo in cattedra” di Emanuele Edallo, presentato da Marco Cuzzi, docente di Storia contemporanea alla Statale, esplora l'impatto della legislazione antiebraica del 1938 sulla vita dell’università e racconta le vicende personali e scientifiche di alcune figure accademiche.
Il secondo volume, “Le radici del male. Antisemitismo e Costituzione” di Nannerel Fiano, presentato da Eduardo Gianfrancesco, docente di Diritto costituzionale all'Università di Modena e Reggio Emilia, esplora il legame tra l'antisemitismo e la Costituzione, focalizzandosi sulle discriminazioni subite dagli ebrei nel tempo e analizza le sfide attuali nel contrastare l'odio antisemita, anche alla luce dei recenti eventi in Medio Oriente.
Il terzo volume, “Domani mattina. La memoria nelle parole dei lager nazisti” di Leonardo Zanchi, presentato da Giuseppe Polimeni, docente di Storia della lingua italiana alla Statale, consente di rileggere e comprendere la quotidianità dentro al campo attraverso la lingua.
A conclusione dell’incontro viene presentato l'archivio "Aldo Carpi e Maria Arpesani", conservato al Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano, che raccoglie la corrispondenza del pittore custodita dalla moglie Maria Arpesani. Aldo Carpi, sopravvissuto alla deportazione e al campo di concentramento, rientrò in città nel luglio 1945 e ci lasciò una drammatica testimonianza della sua esperienza sul “Corriere d’Informazione” del 2 gennaio 1946. Intervengono Paolo Rusconi, docente di Storia dell'arte contemporanea e presidente del Centro Apice, e Roberta Cesana, docente di Scienze del libro, del documento e coordinatrice scientifica del Centro Apice della Statale.