ESPosti alla plastica
Dipartimento di Scienze e Politiche ambientali
Da materiale rivoluzionario a uno dei problemi ambientali prioritari dei giorni nostri: la plastica è il tema al centro dell'incontro proposto dal dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università Statale di Milano nell’ambito delle iniziative per il Centenario dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate le proprietà delle principali e più diffuse materie plastiche e sono stati riportati i risultati di alcune ricerche scientifiche dei ricercatori e ricercatrici di ESP che si sono occupati degli effetti delle microplastiche su diversi animali.
Una mostra fotografica e delle installazioni dimostrative hanno permesso di vedere con i propri occhi le microplastiche e gli effetti su alcuni animali. I responsabili scientifici dell’iniziativa sono Paolo Tremolada, Roberta Pennati, Lorenzo Ferrari, Caterina La Porta, Elena Menegola, Marco Parolini, Laura Piazza, Michela Sugni dell’Università Statale di Milano.
Il Dipartimento di Scienze e Politiche ambientali si occupa di studi a tutto tondo sulle plastiche: il problema della plastica è complesso e richiede più soluzioni contemporaneamente, una tra queste è l’educazione ambientale. Al termine delle presentazioni, si è aperta una discussione che ha coinvolto il pubblico presente riguardo il futuro dell’uso della plastica. Produrre e diffondere conoscenze ed esperienze in tema di sostenibilità della plastica contribuisce a evitare che le persone e il mercato siano influenzati da informazioni e atteggiamenti che non hanno base scientifica. Una educazione sul tema/plastica/ambiente aiuta le persone sia a capire l’importanza del fare la raccolta differenziata sia ad usare con maggiore consapevolezza e responsabilità questo materiale.
Le sostanze plastiche costituiscono un ampio gruppo di materiali di sintesi poco costosi, resistenti, durevoli e leggeri, facilmente plasmabili in forme diverse. Grazie alla loro versatilità, hanno presto preso piede nella fabbricazione di oggetti sia di uso industriale sia di uso comune (dall’oggettistica al packaging alimentare). Le plastiche rivestono un ruolo importante nella società umana e nella vita di tutti giorni. La loro produzione è stata in costante aumento dagli anni ‘50 del secolo scorso.
Secondo un recente rapporto dello UN Environment Programme -UNEP (Drowning in plastics), la produzione mondiale di plastica ha raggiunto 400 milioni di tonnellate all’anno con un rilascio negli ecosistemi acquatici di 19-23 milioni di tonnellate all’anno (4-6% della produzione annua). Dati i loro pregi (resistenza e durevolezza), purtroppo a fine utilizzo questi materiali si accumulano nell’ambiente e si stima che nei mari galleggino 150 milioni di tonnellate di rifiuti plastici.
Non sono solo le plastiche visibili (macroplastiche) ad allarmare gli studiosi, oggi è ormai evidente che tutti gli ecosistemi siano contaminati anche dalle micro- e nano-plastiche, ovvero i frammenti plastici di dimensioni micro e nanoscopiche, quindi non visibili ad occhio nudo, che si originano per degradazione progressiva della macroplastica dispersa nell’ambiente ad opera degli agenti atmosferici. Diversi studi scientifici hanno chiaramente dimostrato l’effetto dannoso delle microplastiche ingerite dagli animali con effetti anche letali (dovuti alla riduzione del cibo assimilato e/o al blocco delle appendici alimentari) e addirittura con danni irreversibili sullo sviluppo embrionale. Gli effetti vengono poi amplificati lungo tutta la rete trofica: animali che ingeriscono microplastiche sono mangiati da predatori a loro volta predati e così via, fino alla alimentazione umana.